Frammento di stele funeraria in marmo greco, di dimensioni piuttosto ridotte.
Testa femminile integra, posizionata di tre quarti rispetto allo spettatore, che fuoriesce con forte aggetto dal fondo, reso piano, ma non perfettamente lisciato. Si conservano, inoltre, il collo e la spalla destra, che risultano molto meno aggettanti rispetto alla testa. Il volto si presenta come un ovale pieno, il mento è piccolo e tondeggiante, la bocca è breve ma ben delineata, le labbra sono carnose e lievemente dischiuse, mentre le arcate sopracciliari, piuttosto piatte, sottolineano l'importanza degli occhi, grandi e allungati. A differenza dei lineamenti del volto, accurati e gradevoli, la parte visibile del padiglione auricolare e il lobo dell'orecchio sono trattati con scarsa cura. I capelli sciolti, divisi da una scriminatura mediana, incorniciano il viso disponendosi sulle spalle in lunghe ciocche ondulate, e lasciano in parte l'orecchio scoperto, davanti al quale si nota un ricciolo a virgola. Per quanto riguarda l'abbigliamento, la figura indossava, forse, un chitone su cui poggiava un himation; mentre la fascia resa con sottili incisioni ad S, che dalla spalla si diparte verso il centro del busto, non trova confronti: F. Ghedini non esclude, pertanto, che si tratti di un ritocco moderno.
Ambito Culturale
Ambito greco, Attica
Cronologia
IV secolo a.C., metà sec.
Materiale e Tecnica
Marmo greco / scultura ad altorilievo e incisione
Dimensioni
Altezza: 24 cm
Larghezza: 21 cm
Spessore: 15,00 cm
L'altezza dalla testa è pari a cm 12,5.
Collocazione
Museo Archeologico
sala VIII; settore 1
Stato di conservazione
Mutilo
Specifiche di reperimento
La provenienza del pezzo è sconosciuta.
Osservazioni
Per quanto riguarda la destinazione del pezzo, la Ghedini appoggia l'ipotesi del Marconi secondo cui il frammento dovesse appartenere ad una stele funeraria greca. Indizi in tal senso sarebbero sia l'espressione intonata da un profondo senso di meditazione introspettiva, sia l'acconciatura coi capelli sciolti, forse in segno di lutto, che trova interessanti confronti con stele funerarie attiche. La Ghedini ritiene, in particolare, che tale pezzo sia l'opera di uno scultore di non modeste capacità artistiche, attivo ad Atene verso la metà del IV secolo a.C.
Tale reperto non è stato individuato all'interno dell'Inventario della Raccolta lapidaria del Museo (Catalogo Illustrato del Lapidario). Al numero 138 dell'Inventario corrisponde, infatti, un capitello corinzio.