Erma in marmo rosso, lisciata sul retro.
L'erma raffigura un fauno. La struttura larga e massiccia della testa è accentuata dalla forma quasi rettangolare della barba, cui fa riscontro l'impostazione squadrata della parte superiore del capo, sottolineata dalla corona d'edera, ben visibile soprattutto ai lati. Di quest'ultima sono accuratamente resi le foglie e i corimbi tipici del thiasos bacchico e delle divinità dei boschi. La fronte è ampia, i bulbi oculari, perduti, dovevano essere riempiti di pasta vitrea, la bocca è appena dischiusa, la barba è abbondante e asimmetrica, mentre i capelli, pettinati all'indietro in ciuffi irsuti e scomposti, lasciano scoperta la fronte e ricadono dietro le orecchie ferine. La struttura plastica del volto, incorniciato dalla massa abbondante della barba e dei capelli, e l'espressione enfatica, sottolineata dalla bocca semiaperta e dalla fronte leggermente aggrottata, richiamano alla mente modelli e schemi del tardo classicismo o degli inizi dell'ellenismo.
Ambito Culturale
Ambito romano, da prototipo ellenistico
Cronologia
II secolo d.C. (epoca traianea o adrianea), prima metà sec.
Materiale e Tecnica
Marmo rosso / scultura e incisione, con uso di trapano corrente e scalpello
Dimensioni
Altezza: 20 cm
Larghezza: 10,8 cm
Spessore: 8,00 cm
Collocazione
Museo Archeologico
sala VIII; settore 5
Inventario
366
Stato di conservazione
Mutilo
Specifiche di reperimento
L'erma da scavi in via Codalunga a Padova.
Dati di scavo
Scavi di via Codalunga
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Osservazioni
La parte posteriore piana fa supporre che l'erma fosse appoggiata ad una parete o, comunque, ad una superficie. Come l'erma di Hermes (Inv. nr. 843), anche l'erma di fauno è un interessante esempio di arte colta, documentata a Padova anche da altri pezzi. Tale reperto non è stato individuato all'interno dell'Inventario della Raccolta lapidaria del Museo (Catalogo Illustrato del Lapidario). Al numero 366 dell'Inventario corrisponde, infatti, un disco con iscrizione di XV secolo.