Erma doppia in marmo.
L'erma bifronte rappresenta Dioniso barbato e satiro imberbe.
Dioniso barbato: impostazione larga e massiccia, la fronte alta e ampia è incorniciata da un'acconciatura a doppia fila di riccioli, di cui si conserva poco, mentre dietro le orecchie scendono due bende attorte nel primo tratto, che si appoggiano poi lisce sulle spalle. La barba è costituita da grosse ciocche attorte del tipo "a lumachella", col centro segnato dal trapano, i baffi sono gonfi e ritorti all'estremità e sui fianchi si intravvedono tracce della corona di foglie e frutta e della benda che fermava l'acconciatura.
Satiro imberbe: meglio conservato. Presenta guance gonfie e occhi asimmetrici, a fessura, che conservano tracce di colore sulla pupilla, e sopracciglia aggrottate. I capelli sono portati indietro in ciocche scomposte, secondo un'acconciatura caratteristica in epoca romana dell'iconografia del satiro. Alla base del collo si notano sulla destra i resti di un collare di foglie.
Ambito Culturale
Ambito romano
Cronologia
II-III secolo d.C., fine/inizio sec.
Materiale e Tecnica
Marmo / scultura e incisione, con uso di trapano corrente e scalpello
Dimensioni
Altezza: 14,8 cm
Larghezza: 9 cm
Spessore: 10,00 cm
Le misure si riferiscono ad altezza e larghezza massima alla base. L'altezza massima della testa imberbe, dal mento all'apice del capo è di cm 8,3; l'altezza massima della testa barbata dall'estremità della barba all'apice del capo è di cm 10,8
Collocazione
Museo Archeologico
sala VIII; settore 5
Inventario
846
Stato di conservazione
Mutilo
Specifiche di reperimento
Nel Catalogo Illustrato del Lapidario viene indicata la provenienza da viale Codalunga.
Osservazioni
L'erma rientra nel tipo che contrappone a una testa barbata di Dioniso una testa imberbe di satiro, in una formulazione molto diffusa nel mondo romano. Il significato originario di tali erme doveva essere forse apotropaico, tuttavia tale significato fu poi perduto e l'erma si ridusse ad una funzione decorativa e insieme funzionale, nei sostegni di tavole e statue, oppure meramente ornamentale, come risulta, forse, per questo esemplare. ll pezzo è stato inventariato all'interno del Catalogo Illustrato del Lapidario dal 1929 al 1978 (II Volume contenente nn. inv. da 620 a 950).