Osservazioni
Argilla color arancio-rossiccio, più intenso in superficie, con ingubbiatura rosa-arancio vivo. Lisciatura assente sul piede, sulla faccia interna e sulla costa esterna delle anse, sugli attacchi a bastoncello delle stesse, all'interno e attorno alle protomi di cigno, su un breve tratto del labbro in corrispondenza delle anse. Coloritura rosso mattone chiaro non uniforme sui mascheroni in B e su tutte le parti esterne a risparmio, ad eccezione della zona appena sotto il labbro e in corrispondenza delle anse. Vernice di lucentezza variabile, più diluita in prossimità del piede e con qualche chiazza arrossata. Stretta fascia di contorno a vernice nera rinforzata nelle figure sia in A che in B. A risparmio il contorno delle chiome, l'orlo appiattito del labbro, una fascetta all'attacco del piede con il corpo, l'interno del piede oltre, ovviamente, l'interno del vaso. Uso di linea a rilievo. Tracce a schizzo preparatorio soprattutto in A. Aggiunte di colore bianco e giallo in A e in B.
La categoria dei crateri a mascheroni fu introdotta da "Pittore dell'Ilioupersis" nel secondo venticinquennio del IV secolo a.C.
Le sue orgini vanno ricercate già nella ceramica attica arcaica. Assume grande sviluppo nelle fabbriche apule nella seconda metà del IV secolo a.C. e viene talvolta ripreso dai ceramisti lucani del "Gruppo del Primato".
Sempre al "Pittore dell'Ilioupersis" si deve l'introduzione delle scene funerarie con naiskos su un lato e la stele sull'altro.
Lato A: la figura maschile impugna verticalmente una grande patera con manico antropomorfo rivolgendola verso l'edicola, ciò è stato letto in chiave funeraria, ovvero denota la sua funzione rituale.
Piuttosto frequenti nella produzione vascolare apula del IV secolo a.C. figure di giovani stanti disposte ai lati dei naiskoi o delle stele, recanti offerte con le mani.