L'oggetto ha un piccolo perno moderno saldato sotto i piedi che serviva a fissare la statuetta in una base.
La figura femminile stante sulla gamba destra, con la sinistra leggermente flessa, indossa un chitone lungo, forse a maniche corte, con scollatura triangolare; sul davanti vi sono tre solcature profonde indicanti le pieghe della veste. L'himation fascia la figura lasciando scoperta la spalla destra e termina sulla sinistra con un lembo triangolare. La parte posteriore si presenta appiattita; non si distingue il panneggio del chitone e del mantello. Il braccio destro è abbassato e scostato dal corpo, con la mano regge una patera mesòmphalos trattenuta sull'orlo dal pollice. Il braccio sinistro è piegato ad angolo retto, con la mano aperta sull'anca. La testa piuttosto grossa e girata lievemente sulla destra, si imposta su un collo corto e robusto; è cinta da un diadema e i capelli sembrano raccolti da una treccia che forma un bordo rilevato intorno al volto. La parte posteriore è completamente liscia, i lineamenti del volto sono confusi: occhi poco rilevati, naso prominente, bocca piccola segnata da un solco, mento appuntito.
Ambito Culturale
Ambito etrusco-italico
Cronologia
III-II sec. a.C. sec.
Materiale e Tecnica
Bronzo a fusione piena
Dimensioni
Altezza: 8,4 cm
Larghezza: 4,8 cm
Collocazione
Museo Archeologico
Sala II-bronzetti, vetrina 2
Inventario
XIX-150
Stato di conservazione
Integro
Specifiche di reperimento
Provenienza sconosciuta.
Osservazioni
Dal punto di vista iconografico la statuina si inserisce nella serie delle offerenti italiche, la cui tipologia si rifà a quella delle offerenti ellenistiche. Il tipo è diffuso sia nelle terrecotte che nei bronzi, ed ebbe grande fortuna anche in Etruria, ove si presenta in numerose varianti. Molto frequente è la rappresentazione della devota con patera nella mano destra, meno invece quella raffigurata con il braccio sinistro piegato a squadra e la mano appoggiata al fianco.