Sotto ai piedi della dea c'è un piccolo foro e una grossolana saldatura di stagno che fissava un pernetto moderno d'appoggio. La superficie del bronzetto presenta una patina di colore verde chiaro, incrostazioni sulla parte anteriore della veste, qualche corrosione superficiale.
La dea è ritratta stante sulla gamba sinistra, con la destra leggermente piegata e spostata verso l'esterno. Indossa il peplo con lungo apoptygma e maniche lunghe fino al gomito, collegate alle spalle attraverso pieghe oblique; è stretto alla vita con una sottilissima cintura. Il peplo scende morbido sulle forme del corpo, si notano le pieghe perpendicolari soprattutto nella parte posteriore; nell'apoptygma il panneggio è più ampio. Il braccio sinistro è flesso, con la mano appoggiata al fianco, il destro invece regge in mano una patera mesòmphalos trattenuta sull'orlo dal pollice. La testa è girata di tre quarti e protetta da un elmo di tipo corinzio, con un alto pennacchio serpentiforme che si biforca sulle spalle. La capigliatura è forse bipartita da una scriminatura mediana, si ingrossa sulle tempie e scende sulle spalle con due sottili treccioline per parte. I lineamenti del volto sono poco visibili a causa dell'ampia corrosione.
Ambito Culturale
Ambito romano
Cronologia
Prima età imperiale sec.
Materiale e Tecnica
Bronzo a fusione piena
Dimensioni
Altezza: 6,4 cm
Larghezza: 3,6 cm
Collocazione
Museo Archeologico
Sala II-bronzetti, vetrina 4
Inventario
XIX-150
Stato di conservazione
Integro
Specifiche di reperimento
Provenienza sconosciuta.
Osservazioni
L'impostazione e l'accuratezza del panneggio della statuetta potrebbero suggerire influenze figurative classiche (il tipo, secondo alcuni studiosi, si può far risalire a Prassitele), anche se il motivo della patera in mano è particolarmente diffuso nella piccola plastica votiva veneta.