Stele (alt. cm 123) in trachite, con dente inferiore (alt. cm 13,5) per l'infissione all'interno della base, non conservata.
La stele è opistografa, ovvero iscritta su entrambe le facce: i campi epigrafici sono incorniciati da listello e gola rovescia.
Faccia A, la principale: pseudotimpano delimitato da listello, decorato con sistro e tre tintinnabuli. Nei triangoli acroteriali vi sono due rosette a cinque petali e stelo con foglie.
Faccia B: pseudotimpano delimitato da listello, decorato con una patera, ai lati della quale vi sono oggetti non definibili, forse melagrane o piccole focacce o altri oggetti votivi. Nei triangoli acroteriali si notano dei fiori, come sulla faccia opposta, ma lo stelo ha più foglie.
La presenza del sistro fa pensare che la defunta, Pettia Severa, fosse addetta al culto di Iside.
Ambito Culturale
Ambito romano, produzione locale
Cronologia
I - II secolo d.C., fine/inizio sec.
Materiale e Tecnica
Trachite / scultura a bassorilievo e incisione
Dimensioni
Altezza: 136,5 cm
Larghezza: 60 cm
Spessore: 23 cm
L'altezza è comprensiva di dente inferiore.
Collocazione
Museo Archeologico
sala VI; settore 1
Inventario
R.L. 847
Stato di conservazione
Integro
Specifiche di reperimento
Provenienza da Padova, via Belzoni.
Osservazioni
Nel testo vengono ricordati i defunti ai quali era dedicata la sepoltura: due sorelle, Pettia Severa e Iulia Aura, entrambe liberte, e Quinto Terenzio Nireo, forse compagno o figlio di una delle due (la Bassignano ipotizza fosse il compagno della dedicante, Iulia Aura, vista la posizione nel testo). Le sorelle sono nominate con un gentilizio diverso poiché, essendo schiave di due differenti padroni, una volta liberate avevano assunto il gentilizio dell'ex padrone, com'era previsto dalla legge. ll pezzo è stato inventariato all'interno del Catalogo Illustrato del Lapidario dal 1929 al 1978 (II Volume contenente nn. inv. da 620 a 950). La posizione orizzontale in cui si trovava al momento del ritrovamento induce a ritenere che non fosse in situ e che potesse provenire, piuttosto, da via Belzoni o da una delle necropoli di Via San Massimo, via Ognissanti e via Tiepolo. Nell'ambito della Venetia, che con il Latium fu la regione dell'Italia nella quale il culto delle divinità egizie ebbe maggior diffusione, Padova è annoverata fra i principali centri isiaci e, dopo Aquileia e Verona, è la città che ha restituito il maggior numero di iscrizioni, tutte riguardanti Iside.