Osservazioni
Nel testo vengono ricordati i defunti ai quali era dedicata la sepoltura: due sorelle, Pettia Severa e Iulia Aura, entrambe liberte, e Quinto Terenzio Nireo, forse compagno o figlio di una delle due (la Bassignano ipotizza fosse il compagno della dedicante, Iulia Aura, vista la posizione nel testo). Le sorelle sono nominate con un gentilizio diverso poiché, essendo schiave di due differenti padroni, una volta liberate avevano assunto il gentilizio dell'ex padrone, com'era previsto dalla legge.
ll pezzo è stato inventariato all'interno del Catalogo Illustrato del Lapidario dal 1929 al 1978 (II Volume contenente nn. inv. da 620 a 950).
La posizione orizzontale in cui si trovava al momento del ritrovamento induce a ritenere che non fosse in situ e che potesse provenire, piuttosto, da via Belzoni o da una delle necropoli di Via San Massimo, via Ognissanti e via Tiepolo.
Nell'ambito della Venetia, che con il Latium fu la regione dell'Italia nella quale il culto delle divinità egizie ebbe maggior diffusione, Padova è annoverata fra i principali centri isiaci e, dopo Aquileia e Verona, è la città che ha restituito il maggior numero di iscrizioni, tutte riguardanti Iside.