Osservazioni
La tipologia appartiene al vasellame da mensa (contenitori per vino o acqua) e costituisce, insieme alle coppe, una delle forme più ricorrenti del I secolo d.C. e una delle più antiche del vetro soffiato. Oltre al termine latino "lagoena", la brocca vitrea viene denominata anche "olpe" per le strette analogie con l'esemplare fittile. Nell'Italia settentrionale, ma soprattutto in area centro-occidentale, l'olpe fittile diventa un elemento costante del corredo funerario, destinazione che non è invece data come esclusiva per gli esemplari vitrei (sul tema, si rimanda a Zampieri 1998, p. 148).
Le lagoenae vitree compaiono in età tiberio-claudia e sono comuni in Italia e Francia. Nel corso del I secolo d.C. molte varianti, in argilla e vetro, appaiono riconducibili a due gruppi principali, che compaiono raramente già nei primi decenni del I secolo d.C.: il gruppo delle brocche a corpo globulare schiacciato, cui appartiene il pezzo in esame, e il gruppo a corpo piriforme o troncoconico.
La brocchetta in esame presenta, più delle altre esposte in Museo, il corpo globulare leggermente schiacciato, costituendo la variante apoda della brocca con basso piede troncoconico che, nell'area ticinese, compare fin dall'età tiberiana in vetro colorato e, nella seconda metà del secolo, in vetro "naturale". L'esemplare si avvicina, in particolare, all'olpe A 683 del Museo Civico di Pavia, attestata nel locarnese nella seconda metà del I secolo d.C., benché il tipo non sia da considerarsi caratteristico dell'ambito nord-italico occidentale.
Il pezzo è stato inventariato all'interno dell'Inventario Archeologico - Parte II. Il numero romano corrisponde alla vetrina di esposizione.
A. Vigoni segnala il n. inv. 670R come errato, esso tuttavia si ritrova all'interno dell'Inventario.