stele funeraria a pseudo edicola, lavorata su due blocchi distinti di differente profondità. Paraste leggermente rastremate e basso zoccolo di appoggio.
la nicchia è interamente occupata dalla figura di un centurione, il defunto, in posizione frontale e in uniforme. Indossa una tunica ricoperta da un mantello (sagum) fermato sul petto da una fibula; in vita porta un cinturone (cingulum) da cui pende un piccolo pugnale (pugio). La mano sinistra, con l'anello proprio dei centurioni, stringe la spada (gladius) mentre la mano destra impugna un ramo di vite (vitis), altro segno distintivo della carica. Le calzature suolate sembrano ricoperte da sovrascarpe. Due fori ai lati del capo testimoniano forse il fissaggio di una corona di metallo a ricordo del privilegio perpetuo di indossare una corona d'ulivo nelle cerimonie pubbliche, riservato ai militari della legio Martia. Le dimensioni monumentali insolite e la scelta della rara Ifigura intera ben evidenziano come la carriera nell'esercito costituisse uno strumento di ascesa sociale.
Ambito Culturale
Ambito romano, produzione locale
Cronologia
I secolo a.C., seconda metà sec.
Materiale e Tecnica
Pietra calcarea di Nanto / scultura ad alto rilievo e tutto tondo
Dimensioni
Altezza: 236 cm
Larghezza: 100 cm
Profondità: 75 cm
Collocazione
Museo Archeologico
sala III
Inventario
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Stato di conservazione
Parzialmente ricomposto
Specifiche di reperimento
Recuperato dalla Soprintendenza mediante sequestro
Osservazioni
Il testo epigrafico menziona Minucius Lorarius centurione della legione Martia. Questa legione passa da Antonio a Ottaviano prima della guerra di Modena (43 a.C.).