Sotto le calzature vi è un'appendice di fusione per infiggere la statuetta ad una base. La superficie presenta una patina di colore verde scuro, con qualche incrostazione e corrosioni superficiali soprattutto nella parte posteriore.
Il bronzetto rappresenta un devoto nell'atto di compiere una libagione. L'uomo è nudo, stante, in posizione frontale, con le gambe molto corte: la sinistra avanza leggermente scostandosi dalla destra. Ai piedi porta dei sandali con una spessa suola alla quale si annodano, all'altezza delle caviglie, semplici corregge unite ad una tomaia centrale. Le braccia piuttosto corte, sono piegate al gomito; la mano destra regge una patera mesomphalos, mentre la mano sinistra una brocca del tipo "Schnabelkanne", di produzione etrusca. La testa, girata lievemente sulla sinistra e piuttosto grossa, è unita al busto, ha una capigliatura compatta indicata da trattini sottili, incisi a bulino. Il volto appiattito presenta grandi arcate sopraorbitali, naso ben rilevato, grandi occhi a bulbo sporgente con pupille a circoletto inciso, bocca con labbra socchiuse e carnose, mento arrotondato, orecchie a bottoncino con incavo centrale.
Ambito Culturale
Ambito veneto
Cronologia
V sec. a.C. sec.
Materiale e Tecnica
Bronzo a fusione piena
Dimensioni
Altezza: 12,8 cm
Larghezza: 4,6 cm
Collocazione
Museo Archeologico
Sala II-bronzetti, vetrina 3
Inventario
47
Stato di conservazione
Integro
Specifiche di reperimento
Provenienza sconosciuta, forse dal territorio padovano.
Osservazioni
La statuetta richiama la scena di libagione funeraria che si trova riprodotta su un gancio di cintura, rinvenuto nella tomba 48 di Carceri d'Este, in cui compaiono una patera mesomphalos e una brocca Schnabelkanne. Questi due oggetti testimoniano i contatti tra mondo etrusco e paleoveneto, anche nella sfera religiosa. Circa le operazioni di restauro si riporta solo quanto in bibliografia di riferimento, non si è provveduto alla verifica della informazioni sulla documentazione ufficiale.