Il busto che rappresenta il penultimo doge di Venezia Paolo Renier (1701-1789) eletto nel 1779 venne commissionato a Canova da Angelo Querini (1721-1796) patrizio veneziano.esponente di un gruppo di patrizi sensibili alle idee illuministe, cui non era estraneo il futuro doge. L’opera venne acquista da Nicola Bottacin nel 1864 dall’antiquario padovano Luigi Rizzoli, ma l’antiquario l’aveva ottenuta nel 1861 direttamente da Costantino Querini, nipote del committente, e la scultura aveva il capo separato dal collo e il corno spezzato. Complessa e durata circa due anni la vicenda dell’acquisizione, come ci documenta il carteggio conservato nell'archivio museale, infatti il Bottacin era dubbioso sull’autenticità dell’opera e cauto anche per l’elevata cifra richiestagli.
L’arrivo dell’opera a Trieste venne salutata con estusiasmo dalla critica del tempo infatti il 31 gennaio 1864 il giornale triestino “il Diavoletto” così sottolineava il suo scriveva “ora questo magnifico busto fu acquistato dal nostro concittadino signo Nicolò Bottacin che lo collocò nella sua amena villa”.
Interessante una sorta di expertise di pugno di Pietro Selvatico per Luigi Rizzoli che identifica la mano canoviana nella scultura che cosi la descrive. “ vi si notano la maniera che il Canova teneva innanzi di andare a Roma… un modellare accurato, morbido, gentile e un’attenzione speciale a rendere, piuttosto gli effetti minuti e commossi della natura” nello stesso traviamo considerazioni riguardanti la datazione dell’opera, che le fonti indicavano nell’ anno 1776 -tre anni prima dell’elezione a doge del Renier-,
Selvatico indica infatti “ fra il giorno della proclamazione – 14 gennaio - e l’ottobre 1779 mese in cui Canova andò per la prima volta a Roma” aggiungendo “ rispetto alla iscrizione Tutela Canovae è verosimile ve la ponesse il Querini per alludere al patrocinio ch’ebbe ne i suoi primordi il Canova” e il restauro recente lo conferma ad una datazione più vicina a noi.
Bozzetto giovanile di Canova, la base e in pietra di Custoza. Il busto è modellato in terracotta con gusto pittorico e sensibilità alla luce degni della miglior tradizione artistica veneta, ideata secondo un gusto ancora distante dalla ritrattistica classicista, qui il dato naturale prende il sopravvento sulla volontà di idealizzazione. Possiamo porre l’accento sulla la resa plastica degli dettagli del mantello e del corpo , la volontà di ritrarre senza mascherare le naturali pieghe del volto e le caratteristiche fisiche come la piccola fossetta sotto l’occhio destro oltre alla rotondità del volto e al sottomento stretto dal collo della veste.
Cronologia
Secolo XVIII, seconda metà sec.
Materiale e Tecnica
TERRACOTTA; MANIFATTURA
Dimensioni
Altezza: 80 cm
Larghezza: 54 cm
Profondità: 22 cm
Stato di conservazione
Mediocre
Acquisizione
Fondo Bottacin, acquisto da antiquario Rizzoli