Blocco parallelepipedo in marmo, forse appartenente a una base. Si conserva l'iscrizione funeraria sulla fronte, delimitata superiormente da un listello con decorazione a kymation lesbio. Sul fianco destro si nota un riquadro circondato da un listello di cm 7, conservato in parte, mentre fianco sinistro e faccia posteriore sono grezzi: M.S. Bassignano appoggia l'ipotesi del Sartori secondo cui solo le parti lavorate erano destinate a essere viste.
Ambito Culturale
Ambito romano, produzione locale
Cronologia
97 d.C.
Materiale e Tecnica
Marmo / scultura a bassorilievo e incisione
Dimensioni
Altezza: 41,5 cm
Larghezza: 53 cm
Spessore: 52,2 cm
Collocazione
Museo Archeologico
sala V; settore 20
Inventario
R.L. 815
Stato di conservazione
Mutilo
Osservazioni
Il testo, particolarmente lacunoso, costituisce la prima e unica attestazione della presenza a Padova di un collegio dei fabbri, un'associazione professionale costituita da artigiani che lavoravano il legno e i metalli per costruire edifici, ponti, navi e mobili. L'amministratore della cassa (quaestor) Rutilio Regillo e il presidente del collegio (magister) Lucio Porcio Germano, avevano provveduto a redigerne l'ordinamento nel primo anno del loro incarico, in una data riferibile al I gennaio del 97 d.C., quando erano consoli l'imperatore Nerva e Lucio Verginio Rufo; avevano inoltre preso provvedimenti riguardo all'area sepolcrale di proprietà del collegio stesso. ll pezzo è stato inventariato all'interno del Catalogo Illustrato del Lapidario dal 1929 al 1978 (II Volume contenente nn. inv. da 620 a 950).