Lastra in calcare con facciata anteriore che inquadra un'iscrizione su specchio epigrafico ribassato, incorniciata da gola e listello.
L'iscrizione fu dedicata alla Fortuna da Publio Opsidio Rufo, quattuorviro con potestà edilizia, uno dei magistrati che a Padova si occupavano di riscuotere le tasse, della manutenzione delle strade, dei corsi d'acqua e dei luoghi pubblici. Egli aveva ricoperto le cariche di tribuno militare nella quarta legione Scitica e, in quanto prefetto dei fabbri, di ufficiale del genio militare.
Ambito Culturale
Ambito romano, produzione locale
Cronologia
I secolo d.C., prima metà sec.
Materiale e Tecnica
Calcare / scultura e incisione
Dimensioni
Altezza: 54 cm
Larghezza: 140,2 cm
Spessore: 29 cm
Collocazione
Museo Archeologico
sala V; settore 20
Inventario
R.L. 67
Stato di conservazione
Integro
Specifiche di reperimento
Provenienza da Pozzoveggiani (PD).
Osservazioni
Nella didascalia dell'immagine in Zampieri 2008 è erroneamente indicata come funeraria. Rufo è noto anche da un'altra dedica alla dea Fortuna, proveniente anch'essa da Pozzoveggiani (E n. 3 di Bassignano 2016, pp. 296-298, che si trova murata nella parete nord della chiesa di San Michele), dove pare ci fosse un tempio dedicato alla dea. Essendo la prefettura dei fabbri collocata intorno al 15 d.C., si può presumere che il personaggio sia vissuto nella prima metà del I secolo d.C. L'iscrizione è stata inventariata all'interno del Catalogo Illustrato del Lapidario dal 1897 al 1927.