Opera di importanza straordinaria, è uno dei pochi arazzi nordeuropei medievali giunti fino a noi. Rappresenta presumibilmente la più antica testimonianza superstite di un ciclo dedicato alla canzone di gesta "Jourdain de Blaye" redatta da un autore anonimo tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo e tràdita da un unico manoscritto della seconda metà del Duecento.
L'arazzo riflette il gusto della favola che pervade tutto il mondo gotico. Ne deriva uno squisito senso decorativo, sorretto dall’attento uso di lane di pochi colori, ma dai toni vivaci e sapientemente sfumati. Dominano il blu, il rosso e il verde che costituiscono una tricromia diffusissima tra le manifatture franco-fiamminghe dell’epoca.
Si tratta di un frammento la cui lunghezza complessiva doveva essere ben maggiore dell'attuale.
Vi è raffigurato Fromont accompagnato da una nutrita schiera di armati mentre si dirige per mare da Bordeaux a Blaye, con l’intenzione di tradire il nipote Gerart, signore di quella città, e di impossessarsi del potere. Quest’ultimo lo accoglie amichevolmente insieme alla sua corte. Fromont uccide Gerart e la moglie, alle sue spalle nell’arazzo, e cerca di eliminare anche il figlio Jourdain, che viene salvato dal fedele scudiero del padre, Renier. Il vassallo consegna a Fromont il suo bambino in luogo di Jourdain, che egli crescerà come un figlio. All’età di quindici anni il ragazzo viene chiamato da Fromont a Blaye al suo servizio. Jourdain, conosciuta la sua vera origine dai genitori adottivi, uccide il figlio dell’usurpatore, a cui invece taglia il naso. Nell’arazzo, ai piedi del narratore, la vicenda è riassunta simbolicamente: un agnello – presumibilmente il figlio di Renier oppure lo stesso Gerart – viene azzannato da un lupo, Fromont, su cui si scaglia un cane, metafora di Jourdain.
Autore
Manifattura franco-fiamminga (1380-1385 circa)
Cronologia
XIV sec.
Materiale e Tecnica
Lana tessuta
Dimensioni
Altezza: 330 cm
Larghezza: 390 cm
Inventario
614
Stato di conservazione
Buono