Si presume che la funzione originaria fosse quella di parte di cassone nuziale (fronte).
Questo tema, insieme a quello di Adone (inv. 50), era assai noto all'inizio del Cinquecento grazie alla vasta circolazione delle "Metamorfosi" ovidiane illustrate.
Il soggetto, un tempo interpretato dalla critica in rapporto al mito di Polidoro, è messo in relazione con la morte di Erisittone. Quest'ultimo, figlio del re di Tessaglia, viene descritto nella mitologia greca come una figura empia e violenta, sprezzante perfino della collera degli dei. Abbattuto un bosco sacro a Demetra per il proprio diletto, venne punito dalla dea con la condanna a una fame inesauribile che ben presto lo portò alla rovina, dalla quale non riuscì a salvarsi nonostante la vendita al mercato della figlia Mestra che era in grado di mutare ogni giorno aspetto in qualunque animale.
L'illustrazione del mito avverrebbe da destra a sinistra, procedendo dalla scena dell'abbattimento della quercia nel bosco sacro alla dea fino all'avvicinamento della Fame al protagonista che si sostiene con la schiena contro un albero (in segno di estremo bisogno di quella natura in precedenza disprezzata e violata?).
Cronologia
XVI, inizio sec.
Materiale e Tecnica
Olio su tavola
Dimensioni
Altezza: 35 cm
Larghezza: 162 cm
Stato di conservazione
Buono