Si presume che la funzione originaria fosse quella di parte di cassone nuziale (fronte).
Il soggetto è tratto dalle "Metamorfosi" di Ovidio. La vicenda è quella di un incesto tra Mirra, innamorata del padre Cinira, e il suo genitore, reso inconsapevole dal vino. Questi, quando prende coscienza, tenta di uccidere la figlia, che fugge incinta e dopo un estenuante girovagare di nove mesi prega gli dei di punirla. Così viene trasformata in albero e le sue lacrime nella sostanza odorosa che da lei prende il nome. Impietosita, Lucina, dea dei parti, opera una fenditura nella corteccia e permette di nascere al figlio Adone. La critica ritiene plausibili due letture iconografiche: da un lato c'è chi propone di individuare nella coppia di amanti sulla sinistra il re Cinira e la figlia e nella figura di destra Venere vestita nell'atto di cingersi il capo con una corona di fiori; dall'altro c'è chi interpreta la narrazione del mito invertendo l'ordine di lettura tradizionale. Il personaggio femminile di destra sarebbe da identificare con Mirra disperata per la sua passione incestuosa mentre i due giovani in serrato corteggiamento rappresenterebbero Venere e Adone.
Alla nascita di Adone, a cui presiedette solo Lucina, assistono qui tre donne e un uomo come in una festa campestre. In primo piano sono raffigurati un coniglio e due caprioli, simboli della fertilità matrimoniale. La scena è immersa nella natura, dove trovano posto monti, alberi, case rustiche e un piccolo ruscello.
Autore
Tiziano Vecellio
Cronologia
XVI, inizio sec.
Materiale e Tecnica
Olio su tavola
Dimensioni
Altezza: 35 cm
Larghezza: 162 cm
Inventario
50
Stato di conservazione
Buono
Acquisizione
Legato