Calice con coppa conica incisa a punta di diamante a motivi vegetali e fitomorfi; stelo a balaustro ritorto, con costolature in rilievo; piede a disco piatto. La lavorazione a punta di diamante, già nota in epoca romana, nel corso del Rinascimento venne riportata in auge dal maestro vetraio Vincenzo d’Angelo, con fornace all’insegna del Gallo (è documentato a Murano nel 1534-35 e nel 1549, anno in cui ottenne il brevetto per “il graffito a punta di diamante applicato a freddo”). La tecnica si caratterizza per la leggerezza e brevità del tratto, riscontrabili anche nell’esemplare in oggetto.
Ambito Culturale
Veneziana
Cronologia
XVI, fine sec.
Materiale e Tecnica
Vetro; incisione a punta di diamante
Dimensioni
Altezza: 16,2 cm
Inventario
236
Stato di conservazione
Buono