La mostra "Una sognata felicità nei bronzetti d'autore"

Un viaggio nell’umanità attraverso più di cento sculture, piccole ma dal significato potente.
Protagoniste all’Oratorio di San Rocco di Padova per tutto il mese di ottobre saranno le opere della mostra collettiva “Una sognata felicità nei bronzetti d’autore”, plasmate da importanti scultori contemporanei e provenienti da collezioni private. L’esposizione, ad ingresso gratuito, sarà aperta da sabato 27 settembre a domenica 2 novembre 2025, dal martedì al giovedì dalle 9.30 alle 19.
Il prisma dei sentimenti umani, con la ricerca della felicità come obiettivo principale, è il focus della mostra curata da Alfonso M. Pluchinotta, realizzata dai Musei Civici di Padova con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Le sezioni della mostra

Sono nove le sezioni che vanno ad approfondire il tema della “felicità sognata”:
“La foresta umana”, che rappresenta un’umanità multiforme e discordante costituita da diversi gruppi di individui. Con opere di Augusto Murer, Doris Salcedo, Gianpietro Moretti, Gino Masciarelli, Franz Borghese, Krishna Reddy, Yetty Elzas, Patrick Salamone, Guido Dragani.
“Varia Umanità”, che rappresenta personaggi influenzati innanzitutto dal carattere, ma anche dalla condizione economica, dalle necessità, dal lavoro, oltre che dalla salute, dal destino, dalle circostanze. Con opere di Bernhard Jaeger, Siegfried Neuenhausen, Hans Otto Lohrengel, Ernest Bottomley, Jorge Brito, Varujian Boghosian, Michael Schwarze, Elvio Becheroni, Paul Wunderlich.
“La vita nei simboli”, con rappresentazioni di come la vita possa diventare la metafora di individui e situazioni diverse tra loro ma simili, che si incontrano e che si sentono parte dello stesso destino, che possono interagire tra loro fino a una qualche comunione di sentimenti e d’intenti. Con opere di Gianpietro Cudin, André Bucher, Giò Pomodoro, Roger Bezombes, Axelle Epars-Lombard, Anita Kaufmann, Medhat Shafik, Liliana Radicevic, Enzo Sciavolino, Josef Sekowski.
“La terra del tra”, che rappresenta uno straordinario spazio di crescita individuale sotto diversi punti di vista. Con opere di Agnès Rispal, Manuel Martinez Huguè, Eugenio Pellini, Ardengo Soffici, Giorgio De Chirico, Seymour Meyer, Loni Kreuder.
“Psiche e circostanze”, che rappresenta ciò che lega la nostra essenza, dove la circum-stantia (dal latino) è data dall’insieme di situazioni silenziose e irrisolte che stanno (stantia) nei nostri più prossimi dintorni (circum), quelle fatte di limiti e libertà e che ci offrono svariate alternative tra cui scegliere per andare avanti. Con opere di Anna Chromy, Giuseppe Antonello Leone, Dieter W. Meding, Rainer Kriester, Joachim Berthold, Alfredo Sasso, Selvino Cavezza, Stanislav Zadrazil, Oswaldo Guayasamin, André Breton.
“Uniti e liberi”, che rappresenta i “legami che contano”, quelli che aiutano a comprendere e unificare i diversi aspetti della condizione umana, dagli affetti di diverso genere ai limiti interpersonali, privati e sociali, fino alla solitudine e alle fragilità di fronte alle avversità della vita. Con opere di Maurits Cornelis Escher, Agostino Bonalumi, Graziano Pompili, Pablo Serrano Aguilar, Andrea Cascella, Henry Moore, Novello Finotti, Henri Lagriffoul, Michéle Forgeois. 
“Incontri ravvicinati”, che rappresenta l’attrazione fisica che si instaura tra due persone, quando entrambe condividono il desiderio di stare vicino a livello emotivo, affettivo e attraverso diverse forme di contatto come abbracci, e altri tipi di manifestazione fisica. Con opere di Selvino Cavezza, Josep Cerda, Victor Salmones, Anamaria Vieira, Agustìn de la Herran Matorras, Jean Lambert-Rucki, Patrice Laborie, Patrizia Maïmouna Guerresi, Novello Finotti.
“Naufragi della vita”, che rappresenta le avversità, quelle che maggiormente minacciano il nostro “immensamente potente bisogno di regolarità”, come scrive Karl Popper. Un bisogno che ci induce a sperimentare regolarità anche dove non ve ne sono. Con opere di Gabriel Sterk, Bernhard Hoetger, Paul Auban, Mario Moretti, Auguste Rodin, Juginder Lamba, Ernst Oldenburg, Amedeo Gennarelli, Rainer Kriester, Paul Wunderlich, Gino Bogoni.
“Il dono di sé” che rappresenta ciò che Jaques Derrida ha descritto così: «Ogni dono offerto dovrebbe essere gratuito, un atto volontario senza compenso o ricompensa. Per essere un dono, bisogna dare senza aspettarsi nulla in cambio. Deve essere dato con un certo spirito di generosità o gentilezza che dimostri considerazione, amore o qualcosa di simile. Se dono con riluttanza o risentimento, il mio atteggiamento può essere considerato tutto fuorché un dono, perché potrei causare una situazione imbarazzante e il mio dono diventa un peso». Con opere di Shelomo Selinger, Gaetano Cellini, Antonio Oteiza, Virgilio Guidi, Aurelio Nordera, Francesco Scurti, Frédéric Schmied, Josef Magnus, Alfredo Filippini.
Oltre alle opere suddivise nelle nove sezioni, sono presenti anche le maquette di monumenti famosi di Botero, Le Corbusier, Zadkine e altri, installati in alcune piazze del mondo.

Inaugurazione

Venerdì 26 settembre 2025, ore 18, all'Oratorio di San Rocco.

Informazioni

Oratorio di San Rocco, via Santa Lucia 59 | Padova
Dal 27 settembre al 2 novembre 2025
Orario: dal martedì alla domenica 9.30 -19.00
Ingresso gratuito