Presentate in un arco temporale significativo – tra la Giornata Internazionale della Pace (21 settembre) e la Giornata dedicata alle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti (1 febbraio) – le opere di Giorgio Vigna si collocano, come offerte simboliche, ai piedi della Croce.
L’opera di Giotto, concepita in funzione del ciclo pittorico realizzato per la Cappella degli Scrovegni, è l’emblema della Passione di Cristo intesa come simbolo della sofferenza umana.
Nell’accostarsi ad essa le opere di Giorgio Vigna riprendono simboli antichi rinnovandoli nel linguaggio dell’arte contemporanea:
Corona, una corona di spine in vetro di Murano, evoca immediatamente il dolore della Crocifissione;
Acqua è una ciotola in rame di forma semplice al cui interno brilla un rivestimento di vetro rosso rubino, richiamando la coppa eucaristica.
L’iniziativa, unendo simbolicamente due ricorrenze importanti in questo tempo segnato da conflitti e instabilità, nasce come riflessione poetica sul tema della sofferenze umane che attraversano la storia e la nostra attualità.
Un progetto speciale che nasce dal desiderio di attivare un dialogo visivo, emotivo e spirituale, tra arte antica e arte contemporanea, tramite l’accostamento – concepito nel più assoluto rispetto – di linguaggi diversi in uno spazio comune.
L’antico e il contemporaneo si guardano senza sovrapporsi: le rispettive identità ne escono rafforzate, contribuendo a una riflessione collettiva sulla sofferenza delle vittime dei conflitti di ieri e di oggi. L’esperienza della guerra, infatti, rimane come una ferita aperta nella coscienza della società e nelle generazioni che la subiscono, direttamente o indirettamente, imponendosi come una responsabilità collettiva.
Nasce a Verona nel 1955 e si forma artisticamente tra la città natale, Venezia, Roma e Milano.
È un artista che crea forme naturali capaci di manifestare aspetti primari e primordiali; le sue opere, dalle sculture ai gioielli, dai lavori su carta alle installazioni, rispecchiano l’ampiezza e la profondità della sua costante ricerca. Le forme sono primarie, espressione degli elementi con cui lavora, e ricche di valenze simboliche.
Ha più volte collaborato con la città di Padova, dando vita a significativi dialoghi tra la sua arte e il patrimonio storico della città, come nel 2022, con i suoi Sassi esposti nello scrigno rinascimentale dell’Oratorio di San Rocco, e nel 2023 con la mostra Analogie, in cui ha indagato il rapporto sottile che unisce i reperti archeologici alle opere d’arte.
Il suo lavoro è stato esposto in gallerie e musei in Argentina, Austria, Cina, Corea, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Hong Kong, Italia, Olanda, Principato di Monaco, Russia, Stati Uniti, Svizzera.
Museo Eremitani – Sala Giotto
21 settembre 2025 – 1 febbraio 2026
chiuso il 25, 26 dicembre e il 1° gennaio
ingresso compreso nel biglietto del museo