Il dipinto raffigura san Patrizio, che, vissuto all'incirca fra il 389 e il 461, cristianizzò l'Irlanda, di cui fu consacrato vescovo intorno al 431.
Autore di notevoli scritti in Latino, celebrato come predicatore ed esorcista, era uno dei santi più venerati dai canonici lateranensi (si ricorda che la chiesa padovana di San Giovanni di Verdara, da cui l'opera proviene, apparteneva a quest'ordine).
Vengono qui illustrate due distinte attività di san Patrizio: quella di predicatore e quella di esorcista. Issato su un podio marmoreo e affiancato da due chierici che reggono il pastorale e la mitra, egli rivolge la sua attenzione a una donna che porta un fazzuolo in capo secondo l'uso delle contadine e a un giovinetto, forse il figlio. I devoti a destra (tra cui un mendicante e una donna elegantemente vestita, con collana di perle) appaiono soggiogati dal gesto esorcistico del santo, che ha appena liberato dalla possessione demoniaca uno di loro, probabilmente la donna dai capelli scuri. La fuga del demonio, che sta uscendo a gambe levate in alto a sinistra, provoca la meraviglia dei due personaggi che assistono all'evento dal loggiato nel fondo.
Il classicismo neoveronesiano si accorda con un'attenzione per la "verità" che si può vedere nella resa del piaviale in seta, bordato da una fascia con figure di santi a ricamo, ma qua e là sciupato dall'uso, o nel podio marmoreo incrinato all'angolo.
Autore
Giambattista Tiepolo
Cronologia
XVIII sec.
Materiale e Tecnica
Olio su tela
Dimensioni
Altezza: 171 cm
Larghezza: 328 cm
Inventario
648
Stato di conservazione
Buono