A quarant’anni dalla scomparsa di Gino Cortelazzo (Este, 1927-1985), i Musei Civici di Padova dedicano allo scultore una mostra presso l’Oratorio di San Rocco a cura del prof. Giovanni Bianchi, docente di storia dell’arte contemporanea all’Università di Padova, con il patrocinio del Dipartimento dei Beni Culturali della stessa Università e la supervisione di un comitato scientifico composto da Stefano Annibaletto, Giovanni Bianchi e dai due figli dell’artista Guido Cortelazzo e Paola Cortelazzo.
La mostra è realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Diplomatosi nel 1967 all'Accademia d'Arte di Bologna, allievo prediletto di Umberto Mastroianni, nella sua carriera relativamente breve Gino Cortelazzo fu affiancato e stimato dai più importanti critici dell’epoca, da Giuseppe Marchiori a Giuseppe Mazzariol, da Guido Perocco a Carlo Giulio Argan. Di pari passo la sua attività espositiva si allargò a livello nazionale facendone una figura di spicco della scultura italiana del secondo Novecento.
Fin dall’infanzia, il contatto con la natura e la vita di campagna furono fondamentali per formare il suo temperamento artistico. L’artista guardava alla natura come fonte di ispirazione, ma riteneva che l’arte non dovesse essere una mera imitazione della natura, bensì una creazione frutto dell’intelligenza e della sensibilità umana. Il rapporto dello scultore con la natura viene presentato in questa mostra sotto diversi aspetti, come la scelta di utilizzare il legno, un materiale vivo e organico, per realizzare alcune opere come L’Unico (1971) e La coppia (1971), o di utilizzare il bronzo per sculture ispirate a figure zoomorfe come Il toro (1975) o Farfalla luce (1975).
Una particolare attenzione è riservata alle sculture fitomorfe di fiori e foglie realizzate tra il 1977 e il 1985. Se i piccoli bronzi L’assisa e Apertura (entrambi del 1977) rappresentano il naturale schiudersi di una foglia, le opere Foglia autunnale (1983), Foglia oro (1984), Composizione verde (1984), Fiore 3 (1984), Foglia Fiore (1985) con le loro superfici curve che si ripiegano su sé stesse, che si accartocciano, che si attorcigliano, che si svolgono nello spazio con un movimento spiraliforme, evocano l’inarrestabile e naturale sviluppo del mondo organico.
Nei primi anni '70 Gianni Berengo Gardin fotografò le opere di Cortelazzo sullo sfondo dei colli di Este, dove l'artista viveva: ancora oggi queste immagini, stampate in un potente bianco e nero, mantengono intatto il loro fascino unico. Il fotografo interpretò visivamente in modo magistrale l’intimo rapporto tra le sculture e il paesaggio naturale, come è possibile vedere dagli esemplari esposti in mostra.
Vengono presentate anche le creazioni di gioielli d’artista, concepiti da Cortelazzo come “opere indossabili” che gli hanno permesso di esprimere la sua creatività in modo originale; una germinazione continua di forme come affermazione del suo impeto fantastico. Cortelazzo, dunque, ha tratto costante ispirazione dalla natura, reinterpretandola però attraverso un linguaggio plastico personale, volto a cogliere le forme organiche e i ritmi vitali del mondo naturale.
La mostra verrà inaugurata giovedì 10 luglio alle ore 18:00.
Informazioni
Apertura al pubblico dall'11 luglio al 21 settembre 2025
Orari: da martedì a domenica, dalle 9.30 alle 19.00 (lunedì chiuso)
Oratorio di San Rocco – via Santa Lucia 59, 35139, Padova
Ingresso libero